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Un master innovativo a Torino per la formazione di mediatori in giustizia riparativa

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di Redazione

25/09/2025

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Torino si conferma laboratorio nazionale nel campo della giustizia riparativa con il lancio di un nuovo master universitario dedicato alla formazione di mediatori. L’iniziativa è frutto di una collaborazione tra l’amministrazione comunale, l’Università di Torino, l’Università del Piemonte Orientale e il Centro di Giustizia Riparativa cittadino. L’annuncio è stato accompagnato dalla firma di un protocollo d’intesa e dal riconoscimento ufficiale del Ministero della Giustizia, che ha assegnato al Centro un ruolo guida per Piemonte e Valle d’Aosta.

Competenze richieste e approccio interdisciplinare

Il master si rivolge a laureati di qualsiasi disciplina e propone un modello formativo che combina studio teorico, pratica intensiva e tirocinio sul campo. La parte teorica, pari a 160 ore, affronterà temi giuridici e sociologici, spaziando dal diritto penitenziario alla criminologia clinica e sociologica, fino alla psicologia giuridica e agli studi di genere. Il blocco pratico, 320 ore, sarà centrato su esercitazioni interattive e simulazioni di mediazione, mentre il tirocinio, della durata di 200 ore, consentirà ai partecipanti di affiancare professionisti in programmi reali di ricomposizione del conflitto.

Il percorso si concluderà con una prova finale, necessaria per ottenere la qualifica di “mediatore esperto in programmi di giustizia riparativa”, titolo che apre prospettive concrete in un settore in rapida crescita.

Un Centro con radici storiche e nuovi obiettivi

Il riconoscimento ministeriale giunge in un momento di svolta per il Centro Giustizia Riparativa di Torino, che già negli anni Novanta operava come “Centro di Mediazione” rivolto ai minori. La riforma Cartabia ne ha ampliato la missione, includendo adulti e vittime, e oggi il Ministero destina 224mila euro all’anno per sostenerne i progetti.

Per la città si tratta di un doppio traguardo: rafforzare un presidio sociale che riduce l’impatto dei reati e inaugurare un percorso universitario che forma figure capaci di lavorare al confine fra diritto e comunità, con competenze che vanno ben oltre la tecnica giuridica e toccano la capacità di ascolto, l’empatia e la gestione dei conflitti.

Redazione

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