Torino diventa capitale europea della bioeconomia circolare
di Redazione
30/09/2025
Dal 25 settembre la Cavallerizza Reale ospita la quindicesima edizione dell’International Forum on Industrial Biotechnology and Bioeconomy (IFIB), promosso dal Cluster SPRING insieme a Innovhub-SSI. Per tre giorni Torino accoglie i principali protagonisti di un settore che integra ricerca, imprese e istituzioni per ridisegnare filiere produttive in chiave sostenibile e competitiva.
Le sfide: politiche mirate e nuove filiere bio-based
Il programma del Forum intreccia tavole rotonde, sessioni scientifiche e incontri con aziende leader come Novamont, Stellantis, NatureWorks, IFF, TotalEnergies Corbion, Lavazza, SMAT e con rappresentanti della Commissione europea. Al centro del dibattito temi di forte attualità: la biochimica e le tecnologie biotech applicate all’industria, le opportunità nel settore agroalimentare e delle bioenergie, l’uso di fanghi e rifiuti organici per generare bioprodotti innovativi.
Catia Bastioli, presidente del Cluster SPRING, richiama la necessità di un cambio di paradigma istituzionale e normativo: regole pensate per i settori tradizionali rischiano infatti di frenare la crescita di un comparto che potrebbe dare vita a un network europeo di bioraffinerie, capaci di valorizzare sottoprodotti e scarti in un’ottica circolare. Il Clean Industrial Deal e la revisione della Strategia europea per la bioeconomia vengono visti come passaggi decisivi per garantire stabilità e fiducia agli investitori.
Un ecosistema che unisce ricerca, imprese e territori
Accanto agli interventi internazionali, l’edizione torinese conferma il protagonismo del Piemonte. Regione, Università e Politecnico di Torino, Environment Park, Confindustria e Federchimica-Assobiotec si presentano come sistema integrato, in grado di offrire competenze scientifiche, filiere industriali avanzate e una tradizione agroalimentare di rilievo.
Le sessioni di matchmaking internazionale, organizzate da Innovhub-SSI nell’ambito della rete Enterprise Europe Network, coinvolgono investitori da Europa, Asia e Stati Uniti, facilitando la nascita di nuove partnership. Come sottolinea la rettrice eletta dell’Università di Torino Cristina Prandi, l’ateneo vuole essere “laboratorio di idee e azioni concrete” in cui ricerca e formazione dialogano con imprese e territori.
Il valore economico del settore è già rilevante: secondo l’ultimo rapporto Intesa Sanpaolo, la bioeconomia in Europa vale oltre 3.000 miliardi di euro e impiega più di 17 milioni di persone, con l’Italia che da sola contribuisce per circa 427 miliardi, pari al 10% della produzione complessiva.
Il messaggio che arriva da Torino è chiaro: la bioeconomia circolare non è più solo un progetto sperimentale, ma una prospettiva industriale europea che chiede regole, investimenti e strategie comuni per consolidarsi.
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