Sanità piemontese verso il 2030: il CAL dà il via libera al nuovo Piano regionale
di Redazione
Il parere favorevole espresso oggi dall’Assemblea del Consiglio delle Autonomie Locali segna un passaggio cruciale per l’avvio del Piano sociosanitario 2025-2030. Un voto unanime dei presenti, arrivato dopo un confronto serrato e la presentazione dettagliata del documento da parte dell’assessore alla Sanità, Federico Riboldi.
Il Piano, ha spiegato l’assessore, nasce per rispondere a una trasformazione profonda della società piemontese: l’invecchiamento della popolazione, l’aumento delle patologie croniche, la richiesta di servizi più vicini ai cittadini e una sanità che, negli ultimi anni, ha dovuto adattarsi a ritmi e urgenze completamente nuovi.
Dalla lotta alle liste d’attesa al nuovo Cup: la riorganizzazione prende forma
Ridurre i tempi di attesa resta l’obiettivo immediato, ma il cuore del Piano è la ristrutturazione del sistema nel suo insieme. Una riforma che tocca la medicina territoriale, la logistica sanitaria e il funzionamento delle strutture ospedaliere, inserendo figure organizzative nuove e potenziando quelle esistenti.
Tra le novità più attese c’è il Cup integrato con sistemi di intelligenza artificiale: operativo dal 2026, promette una gestione più avanzata dei pazienti cronici e una semplificazione del processo di prenotazione, spesso percepito come uno dei punti deboli del sistema attuale.
Riboldi ha illustrato anche la nascita dei tavoli clinici tematici, pensati per migliorare i percorsi di diagnosi e cura, e il nuovo settore per la salute mentale, ampliato per includere le dipendenze.
Accanto a questo, un piano di revisione della spesa sanitaria produttiva volto a migliorare l’efficienza, senza incidere sui servizi essenziali.
Una rete di nuove strutture e il via libera ai regolamenti sulla fauna
Il Piano è accompagnato da un investimento infrastrutturale imponente: undici nuovi ospedali, quattro rigenerazioni, decine di case e ospedali di comunità, oltre alle centrali operative territoriali che completeranno la rete.
L’obiettivo è costruire un sistema in cui prossimità, continuità assistenziale e tecnologia siano parte della stessa strategia.
In apertura dei lavori, il CAL aveva valutato anche i due regolamenti attuativi della legge 5/2018 sulla fauna e la gestione faunistico-venatoria, esprimendo parere favorevole all’unanimità. Il primo disciplina esami e requisiti per l’abilitazione venatoria; il secondo regolamenta cattura scientifica, inanellamento, tassidermia e detenzione dei trofei.
La discussione si è chiusa con una raccomandazione condivisa: integrare nel testo finale le osservazioni emerse, per dare alla regione uno strumento ancora più solido e aderente ai bisogni dei territori.
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