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Piemonte, via libera al Prae 2024-2034

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di Redazione

01/10/2025

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Un piano strategico per cave e materiali da costruzione

Il Consiglio regionale, sotto la presidenza di Davide Nicco, ha approvato il nuovo Piano delle attività estrattive (Prae) per il periodo 2024-2034, con 27 voti a favore e 19 contrari. Lo strumento ridefinisce la gestione del settore estrattivo piemontese, con particolare attenzione ai comparti degli agglomerati e dei materiali industriali di seconda categoria, che interessano circa 300 imprese distribuite sul territorio.

Secondo l’assessore Marco Gallo, il Prae è costruito per coniugare continuità produttiva e tutela del paesaggio, integrando la pianificazione paesaggistica e quella idrogeologica. L’adozione del piano arriva dopo anni di attese e mette sul tavolo regole che, nelle intenzioni della Giunta, vogliono bilanciare l’attività delle aziende con la sostenibilità ambientale.

Critiche dell’opposizione e difesa della maggioranza

Il dibattito ha visto emergere divisioni nette. Emanuela Verzella (Pd) ha denunciato scarsa trasparenza e ridotta partecipazione pubblica, mentre Alice Ravinale (Avs) ha definito il documento privo di visione ecologica e “illeggibile”. Giulia Marro (Avs) ha rincarato parlando di condono implicito per le cave irregolari.

D’altro canto, esponenti della maggioranza come Carlo Riva Vercellotti (FdI) e Silvio Magliano (Lista Cirio) hanno sottolineato come il piano garantisca certezze agli operatori e alle comunità locali, recependo anche parte delle osservazioni provenienti dall’opposizione.

Nel corso della votazione sono stati accolti undici emendamenti, alcuni di natura tecnica, altri mirati a correggere criticità puntuali. Ruzzola (Fi) ha richiamato l’attenzione sul carattere tecnico della materia, sostenendo la necessità di un linguaggio chiaro per non alimentare tensioni politiche.

In chiusura, l’assessore Gallo ha difeso l’impianto del Prae ricordando che l’obiettivo non è soltanto normare l’attività estrattiva, ma anche favorire il recupero ambientale delle aree sfruttate, trasformando il piano in un volano di sviluppo sostenibile per il Piemonte.

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