Mirafiori sud si racconta e riparte: la comunità al centro di Miraforum 2025
di Redazione
18/11/2025
Non è solo una riunione pubblica né un semplice tavolo di confronto: Miraforum 2025 ha restituito l’immagine di un quartiere che decide di pensarsi come comunità, riunendo nel Centro di protagonismo giovanile di strada delle Cacce decine di persone pronte a riflettere insieme sul destino di Mirafiori Sud. Due mesi di incontri, camminate sul territorio, raccolta di testimonianze e analisi dell’esistente sono confluiti nella giornata conclusiva, trasformando quello spazio in un vero laboratorio civico.
Tre tavoli, una visione condivisa: abitare, frequentare, fare impresa
L’associazione Miravolante, attiva da anni nel quartiere, ha saputo riprendere l’eredità di esperienze partecipative come YEPP e di interventi urbanistici che hanno segnato la storia recente di Mirafiori.
La scelta di articolare il confronto in tre gruppi tematici ha permesso di restituire uno sguardo complesso e realistico:
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Bisogni abitativi di una periferia in trasformazione;
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Luoghi della socialità e dell’incontro;
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Possibilità imprenditoriali per dare nuova vitalità a un’area ricca di competenze e know-how.
Il materiale raccolto richiederà un’ulteriore elaborazione per diventare progettualità concreta, ma questa tappa segna un passaggio decisivo: la consapevolezza che il futuro del quartiere può essere costruito solo se chi lo vive ogni giorno partecipa in modo attivo e responsabile.
Mirafiori Sud, da periferia operaia a quartiere operativo
Nel suo intervento, il consigliere comunale Vincenzo Camarda ha descritto con chiarezza la metamorfosi in atto: Mirafiori Sud è un quartiere che cambia ritmo e identità, grazie a opere già visibili e a un disegno più ampio che punta alla qualità urbana e alla partecipazione.
Tra gli interventi principali:
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Sistemazione di strada Castello;
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Riqualificazione del Sangone;
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Punto lettura di via Negarville;
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Prossima biblioteca Pavese.
Ogni progetto diventa un segnale di un territorio che si rigenera senza perdere la propria storia.
Un ruolo decisivo lo svolgono le associazioni, definite “spina dorsale” del quartiere: realtà che, grazie alla rete costruita negli anni, continuano a essere motore di coesione, ascolto e progettazione, confermando che il cambiamento non si improvvisa, ma nasce da un tessuto sociale che funziona.
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