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La scoperta che potrebbe cambiare la vita dei pazienti oncologici: individuato nuovo meccanismo della cachessia

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di Redazione

13/11/2025

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Il lavoro di un gruppo di giovani ricercatori piemontesi, guidati da due atenei che da anni collaborano nella ricerca biomedica, ha portato a una scoperta che potrebbe trasformare l’approccio alla cachessia tumorale, una sindrome che, silenziosamente, sottrae forza, autonomia e qualità di vita a milioni di pazienti. Pubblicato su Nature Metabolism, lo studio ha rivelato che alla base di questa condizione c’è una disfunzione dei mitocondri dovuta all’inibizione della via cAMP–PKA–CREB1.

Quando il tumore sottrae energia al corpo: una competizione silenziosa

La cachessia non è solo una perdita di peso: è una vera e propria “guerra interna” in cui il tumore assorbe risorse energetiche a discapito della muscolatura. A essere colpite non sono soltanto le fibre necessarie per camminare o sollevare oggetti, ma anche quelle che permettono di respirare, come il diaframma. Una condizione che limita la quotidianità e rende più complesso affrontare terapie oncologiche già di per sé impegnative.

La ricerca condotta tra il Molecular Biotechnology Center dell’Università di Torino e il Dipartimento di Medicina Traslazionale del Piemonte Orientale ha visto collaborare oltre venti studiosi con competenze complementari. Un lavoro che, come racconta Lorenza Bodo, “ha richiesto anni di tentativi, ostacoli e intuizioni da inseguire”, fino a mettere in luce un meccanismo comune che fa da collante tra segnali complessi e diversificati provenienti dai tumori.

Riattivare la via energetica: una speranza che guarda oltre l’oncologia

La comprensione del ruolo del cAMP nel mantenimento della funzione mitocondriale apre scenari che vanno ben oltre il cancro. Le stesse alterazioni muscolari vengono osservate in patologie croniche cardiache, polmonari e renali, così come nei processi di invecchiamento che conducono alla sarcopenia. Per questo i risultati dello studio non rappresentano solo un progresso scientifico, ma un punto di partenza per nuove strategie terapeutiche orientate a preservare la massa e la forza muscolare.

Il progetto, sostenuto da AIRC e dal PNRR Age-It, mette in evidenza quanto la ricerca universitaria possa incidere sul futuro della clinica, quando competenze diverse vengono integrate in un percorso comune.

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