La melanzana come non l’avevamo mai vista: il pan-genoma che riscrive l’evoluzione di una delle specie più coltivate al mondo
di Redazione
01/11/2025
Osservare una melanzana sul banco di un mercato europeo o asiatico potrebbe sembrare un gesto semplice, quasi banale. Lo è molto meno se si pensa che dietro quella forma lucida e riconoscibile si nasconde una storia genetica profondissima, fatta di migrazioni, selezioni naturali e scelte consapevoli dei coltivatori di molte epoche. A raccontarla oggi è un lavoro pubblicato su Nature Communications, il più ampio mai realizzato sulla specie, che restituisce un atlante completo della sua diversità genetica e dei caratteri agronomici più importanti.
Un viaggio attraverso continenti, rotte commerciali e trasformazioni millenarie
Il cuore dello studio è una collezione globale che supera le 3.400 accessioni, dal Sud-Est asiatico al Mediterraneo. Un insieme così vasto da permettere una ricostruzione precisa dell'origine della melanzana e del suo cammino verso Occidente, lungo quelle rotte che per secoli hanno intrecciato commerci, scambi e conoscenze.
Il confronto tra varietà coltivate e progenitori selvatici mostra come la selezione abbia inciso in modo diverso nelle varie aree geografiche: in alcune regioni dell’Asia permangono ancora tratti tipici delle specie originarie – spine e colorazioni chiare – mentre altrove questi elementi si sono attenuati fino a scomparire, sostituiti da forme e colori più vicini agli standard a cui siamo abituati oggi.
Dati genomici e prove in campo per disegnare il futuro della coltivazione
La selezione di 368 varietà rappresentative e l’analisi di 218 tratti fenotipici hanno consentito ai ricercatori di unire genetica, agronomia e osservazioni sul campo in un’unica struttura integrata. Le prove condotte in Italia, Turchia e Spagna hanno rivelato quali caratteri restano stabili indipendentemente dalle condizioni ambientali e quali invece cambiano in modo significativo in relazione allo stress climatico o alla presenza di patogeni.
Dalle analisi emerge un nucleo di circa 16.300 famiglie di geni condivise da tutte le melanzane coltivate, affiancate da migliaia di famiglie “accessorie”, responsabili di differenze anche molto marcate tra una varietà e l’altra. L’individuazione di oltre 3.000 associazioni tra regioni genomiche e tratti di interesse è un risultato che offre agli studiosi strumenti inediti per la selezione assistita, rendendo possibile, in futuro, lo sviluppo di varietà più resistenti alle malattie e più adatte a un clima in rapido cambiamento.
Il fatto che l’intero set di dati sia stato reso pubblico secondo le norme internazionali sulla condivisione delle risorse genetiche rafforza ulteriormente il valore dello studio, che non si limita a documentare il passato della specie, ma fornisce una base concreta per costruirne il futuro.
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