Il confronto sul Piano socio-sanitario piemontese

A Palazzo Civico si è discusso del nuovo Piano Socio-sanitario regionale, con la prospettiva di arrivare a metà ottobre a una Conferenza socio-sanitaria cittadina. L’assessore Jacopo Rosatelli ha chiarito che la Città di Torino dovrà formulare un parere vincolante, dopo aver analizzato il testo arrivato a luglio e anticipato da un report dell’Università Bocconi.

Il 1° ottobre l’assessore regionale Federico Riboldi sarà ascoltato in Commissione, in un passaggio che precederà la convocazione ufficiale della Conferenza.

Le critiche e le priorità evidenziate

Rosatelli non ha nascosto le sue perplessità: “Il Piano manca di dati concreti e non parte dall’analisi epidemiologica dei territori”. Un giudizio condiviso da Giulio Fornero, che ha definito imprescindibile chiarire obiettivi, risorse e cronoprogramma.

Fornero ha inoltre proposto di potenziare l’assistenza domiciliare e i servizi residenziali per anziani e persone fragili, ricordando che in Piemonte esistono servizi di epidemiologia “tra i migliori al mondo”, ma finora poco considerati. Ha chiesto investimenti mirati sulla medicina territoriale, sui servizi Spresal e sull’igiene pubblica, oltre a regole trasparenti per ospedali e pronto soccorso.

Il dibattito in Commissione ha mostrato sensibilità diverse. Ivana Garione (Moderati) ha segnalato il pericolo di un gap tra annunci e realizzazioni per mancanza di personale. Pierino Crema (PD) ha richiamato l’urgenza di interventi su Rsa e disagio psicologico dei minori. Ferrante De Benedictis (FdI) ha espresso favore per l’accorpamento tra Sant’Anna e Regina Margherita, mentre Magazzù (PD) ha definito “drammatica” la condizione del personale ospedaliero, chiedendo un piano di assunzioni.

Apollonio (DemoS) ha posto l’accento sull’assistenza domiciliare, oggi a carico delle famiglie, e sulla prevenzione delle dipendenze. Il presidente Camarda ha concluso ribadendo che il lavoro della Commissione proseguirà insieme alle altre amministrazioni locali e con Anci.