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Contratti pirata e salari fermi: l’allarme di Mattarella e la risposta delle istituzioni

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di Redazione

28/10/2025

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Un monito netto, quello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che durante la cerimonia delle Stelle al Merito del Lavoro ha posto l’accento su un tema che incide profondamente sulla tenuta economica e sociale del Paese: la proliferazione dei contratti pirata, stipulati da sigle prive di reale rappresentatività.
I dati riportati da Confcommercio sono eloquenti: oltre mille contratti collettivi nazionali depositati al CNEL, di cui circa un quarto nel turismo e nel terziario. Un mosaico frammentato che, nelle parole del Capo dello Stato, “riduce i diritti, abbassa i salari e altera la concorrenza tra imprese”, generando una deriva inaccettabile per un sistema che ambisce a equità e trasparenza.

“Serve una scelta di sviluppo e coesione”

Mattarella ha collegato il fenomeno al progressivo impoverimento della quota di reddito destinata ai lavoratori, un calo confermato anche dalle analisi della BCE e dell’OIL. “Molte famiglie – ha osservato – sono spinte sotto la soglia di povertà pur con un componente occupato, mentre ai vertici aziendali si registrano retribuzioni centinaia di volte superiori”.
Da qui l’appello a una “ricomposizione del lavoro” che vada oltre il mero intervento assistenziale e che restituisca centralità alla crescita condivisa, sostenuta da politiche salariali e contrattuali eque.

CNEL e Confcommercio: argine al dumping contrattuale

Le parole del Presidente hanno trovato riscontro nel mondo produttivo e istituzionale. Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, ha definito “necessario e tempestivo” il richiamo del Quirinale, sottolineando come “solo la contrattazione firmata da parti realmente rappresentative possa garantire tutele e qualità del lavoro”.
Dal canto suo, Renato Brunetta, presidente del CNEL, ha annunciato che l’Archivio dei contratti è stato riorganizzato per identificare le intese legittime da quelle spurie, con l’obiettivo di fornire alle istituzioni strumenti di vigilanza più efficaci.
“Non è degno di un Paese civile – ha detto Brunetta – tollerare contratti che abbassano i salari e minano la concorrenza leale”. Un messaggio che risuona come un impegno a restituire dignità al lavoro e credibilità al sistema delle relazioni industriali.

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