Betlemme oltre i titoli: a Torino un incontro per comprendere e ricucire legami
di Redazione
Al Polo culturale “Cultures and Mission” si è svolta una serata che ha cercato di portare luce su un territorio dove la quotidianità è segnata da tensioni e incertezze. Betlemme, come gran parte della Palestina, vive un momento drammatico, e l’incontro organizzato a Torino ha offerto uno spazio per ascoltare, domandare e guardare con maggiore profondità.
Gli interventi di Nizar Lama, guida turistica proveniente dalla città palestinese, e della giornalista Federica Bello hanno permesso ai presenti di entrare in un racconto umano, fatto di percezioni dirette e non filtrate da logiche televisive. La presenza istituzionale è stata garantita dal consigliere comunale Vincenzo Camarda, delegato dal sindaco.
Torino “Città della Pace”: un impegno che diventa percorso
Camarda ha ricordato come questa iniziativa si inserisca in un cammino che Torino ha scelto di intraprendere con convinzione. La mozione approvata l’11 marzo 2024, che dichiara Torino “Città della Pace”, nasce dall’idea che una città non sia solo il luogo in cui si amministrano servizi, ma anche dove si costruiscono valori condivisi.
La decisione è maturata guardando all’ampio tessuto di realtà locali che da tempo operano per la cultura del dialogo e della convivenza. Tuttavia, mancava un coordinamento comune, una cornice in grado di valorizzare e connettere queste energie civili. Questo, secondo il consigliere, è il passo che la città intende compiere: trasformare l’impegno in un lavoro stabile e continuativo.
Il legame con Betlemme: dai simboli alle azioni concrete
Il consigliere ha evocato il momento, molto sentito dai torinesi, dell’arrivo della Luce della Pace alla stazione di Porta Susa, una tradizione che coinvolge centinaia di giovani e che rappresenta un ponte ideale tra Torino e Betlemme. Ma oltre ai simboli, Camarda ha parlato del patto di collaborazione che lega le due città: un accordo che si traduce in progetti culturali, iniziative pubbliche e attività mirate a far crescere, nel quotidiano, una coscienza di pace.
La dimensione culturale diventa così uno strumento politico per sostenere comunità che vivono il peso dei conflitti e per affermare una responsabilità condivisa: aiutare i territori a non perdere la propria identità e ricostruirla quando la storia la incrina.
L’incontro di ieri non è stato solo un momento informativo, ma un’occasione per ribadire che la pace, per Torino, è una scelta concreta e quotidiana.
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