A Torino un convegno su David Foster Wallace nella Giornata mondiale della prevenzione del suicidio
di Redazione
09/09/2025
Mercoledì 10 settembre, nell’Aula Magna del Rettorato dell’Università di Torino (via Po 17), si terrà l’incontro “Per sempre lassù: David Foster Wallace, il genio, il tormento, la vertigine di una vita in bilico”, un convegno multidisciplinare che unisce prospettive di linguistica e psichiatria per affrontare alcuni dei nodi centrali dell’opera dello scrittore statunitense. L’evento è inserito nella cornice della Giornata Mondiale della Prevenzione del Suicidio, con l’intento di aprire un confronto che tenga insieme letteratura, esperienza personale e riflessione scientifica.
Un autore che ha segnato la contemporaneità
David Foster Wallace, nato nel 1962 e scomparso tragicamente nel 2008, rimane una figura di culto della narrativa contemporanea. La sua produzione, capace di intrecciare ironia corrosiva, sperimentazione linguistica e riflessioni profonde sulla sofferenza umana, continua a influenzare generazioni di lettori e studiosi. La sua parabola biografica racconta di talenti plurali e di false partenze: dalla promessa giovanile come tennista, al progetto di carriera filosofica interrotto da un primo episodio psicotico, fino all’approdo definitivo alla scrittura, che gli valse il riconoscimento della critica internazionale e il prestigioso conferimento della MacArthur Fellowship.
Le sue opere, intrise di quello che la critica ha definito realismo isterico, sono un continuo tentativo di dare voce alla complessità del vivere, senza cadere nella tentazione di edulcorare o romanticizzare il dolore mentale. L’esperienza personale di malattia psichiatrica non viene mai ridotta a destino individuale, ma si intreccia a un’indagine più ampia sull’alienazione, sull’eccesso di stimoli e sulla solitudine che caratterizzano la società contemporanea.
Un dialogo tra letteratura e scienza
Il convegno torinese punta a creare un terreno di scambio tra discipline diverse: la linguistica, che si sofferma sulla straordinaria capacità di Wallace di forzare i limiti della lingua, e la psichiatria, chiamata a interrogarsi sul rapporto tra creatività, malattia mentale e possibilità di cura. Attraverso questo incrocio, l’appuntamento si propone di restituire la complessità di un autore che ha fatto della sua opera un laboratorio per riflettere sulla condizione umana, offrendo spunti preziosi anche alla luce delle attuali strategie di prevenzione del suicidio.
L’iniziativa, ospitata in una sede simbolica come l’Aula Magna del Rettorato, intende dunque ricordare David Foster Wallace non solo come scrittore tormentato, ma come intellettuale capace di mostrare, con radicale sincerità, le vertigini e le fragilità della vita contemporanea.
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